TRAZZADOLZA
“Trazzadolza” è un’espressione dialettale lugudorese usata per indicare un rito religioso di ringraziamento per l’esaudirsi di un voto. “Cammino doloroso”, questa più o meno è la traduzione; si riferisce alla natura sacrificale del rito stesso in cui una devota percorre in ginocchio un tratto di strada che va dall’uscita del paese alla chiesa del santo patrono (Rif. Giave, Logudoro, culto dei SS. Cosma e Damiano).
Un cammino collettivo che si svolge a tappe, o “stazioni”, coreutiche e musicali distinte, nelle quali vengono esaltati la sofferenza, la solitudine, il coraggio, la devozione e la gratitudine. I musicisti e le danzatrici manifestano il desiderio di esorcizzare aspetti negativi della vita e valorizzarne i positivi. Lo spettacolo, frutto di anni di studio, ricerche ed elaborazioni svolte con dedizione e passione dagli stessi artisti, sonda il mistero della cultura artistica della Sardegna vista come un crocevia di culture appartenenti al bacino del Mediterraneo e non solo. Lo spettacolo si avvale della collaborazione musicale dei “Superpartes”, iniziata già nel ’97 con l’allestimento de “Sa ena”, brano contenuto nel CD “Verdadera”, primo lavoro discografico dei Superpartes.
Il cast delle danzatrici è composto da: Simonetta Nulchis, Simonetta Mura, Antonella Mureddu, Romina Melis, Ombretta Pisanu, Carla Trincas – Oggetti di scena di Italo Medda